giovedì 22 novembre 2012

Cara missione - di Deborah Croci

Cara missione,

Ti scrivo perchè ho accumulato una serie di cose da dirti e dato che non ho la possibilità di parlartene a voce, le metto su carta, nella speranza che tu le possa leggere, un giorno non poi così lontano. 
Ci conosciamo ormai da qualche anno. Non è molto forse, lo so, ma quel tanto che basta per essermi fatta di te un'idea ben chiara. 
Io non piaccio a te e tu non piaci a me. Questo mi sembra ovvio. 
Sei colei con la quale devo dividere il mio uomo. Arrivi quando meno me lo aspetto, te lo prendi e te lo porti via senza chiedermi nemmeno il permesso. Lui passa spesso insieme a te Natali, Pasque, compleanni (miei e suoi) e tutte le feste comandate (e non) che esistano a questo Mondo. Non puoi quindi nemmeno pretendere di starmi simpatica! Per quanto io mi impegni, non ci sono crisi isteriche, pianti, lamentele, arrabbiature, urla, tacchi a spillo, rossetti e minigonne, o minacce (del tipo "se questa volta parti,d'ora in poi dormi sul divano!") che possano persuadere lui, il Soldato, dal decidere di non partire, di non assecondarti, di non scegliere te. Vinci sempre tu, sistematicamente. 
Ma, cara missione, lasciatelo dire onestamente, tu vincerai, ma vinco anche io. E vinco grazie a te. Perchè ogni volta che arrivi, acquisisco forza, consapevolezza, indipendenza. Ogni volta che te lo porti via, io divento  più grande (non alta, si intende...purtroppo per me!). 
È grazie a te che ho potuto conoscere aspetti di me che non avrei mai potuto scorgere altrimenti, è grazie a te che mi sono riscoperta capace di affrontare e superare ostacoli che credevo insormontabili ed è sempre grazie a te che ho avuto il dono di conoscere persone come me, Donne come me, che ogni giorno vivono con entusiasmo e coraggio questa vita militare. Una vita dura, una vita non adatta a tutti, ma solo a persone speciali come noi, persone che sanno trarre da ogni sconfitta una lezione, persone che combattono a testa alta la loro battaglia, magari cadendo, magari facendosi prendere dallo sconforto, magari lasciandosi scappare qualche lacrima a volte (o fiumi di lacrime che le cascate del Niagara sono niente a confronto!) ma che alla fine riescono sempre a rialzarsi in piedi, più forti e determinate di prima. E se non dovessimo riuscire a risollevarci da sole, cara missione, ci basterebbe voltarci e guardare al nostro fianco. Troveremmo una mano tesa pronta a tirarci su, una parola di conforto, un aiuto concreto. Troveremmo altre Donne, altre Famiglie Militari altre persone pronte a condividere con noi i momenti tristi e felici che ci attendono, pronte a farci compagnia in questo cammino difficile ma non impossibile. Non impossibile per noi, almeno! 
In conclusione, cara missione, ti esorto a non arrovellarti troppo per cercare altri assurdi stratagemmi per renderti antipatica ai miei occhi e per uscire vincitrice da questa battaglia. Perchè con il tempo, da Donna giovane ma saggia quale sono diventata (sempre grazie a te, pensa!) ho imparato a volerti quasi bene, ho imparato a guardare oltre i tuoi trabocchetti, oltre i tuoi, devo ammettere astuti, tentativi di mostrarmi solo il lato peggiore di te, ho imparato a cercare e a trovare (!!) moltissimi aspetti positivi che mi hanno permesso di non considerarmi più vittima di chissà che piano universale architettato contro di me, ma privilegiata. Privilegiata e fortunata per tutto il bello che questa scelta di vita mi sta regalando, per tutte le emozioni contrastanti che solo grazie a te sto vivendo, per tutte le persone che mi hai permesso di incontrare lungo il cammino, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. 
Ed infine, cara missione, te lo voglio proprio dire, mi avrai anche momentaneamente separato dal mio uomo, mi avrai anche tolto le sue coccole, i suoi baci, le sue carezze, ma non mi hai tolto lui, non mi hai tolto il suo cuore, non mi hai tolto 'noi', anzi, ci hai fatto crescere, misurare attraverso le sfide che la distanza ci ha posto di fronte,  ci hai fatto maturare, ci hai fatto diventare quelli che siamo oggi. Lontani, insieme. Vicini da lontano.  

Voglio quindi dirti grazie. Hai capito proprio bene. Grazie!
Non mi piaci, ovviamente. Ma grazie. 
Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, senza nemmeno rendertene conto. 

Con affetto (ma senza esagerare!)
Deborah

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