venerdì 20 gennaio 2012

La Famiglia Militare: origini e storia oltre confine. - di Deborah Croci

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Abbiamo parlato più volte degli obbiettivi che il Progetto 'L'altra metà della Divisa', si pone, vale a dire la creazione di una Rete di Supporto per le Famiglie dei Militari, che sia concreta ed ufficialmente riconosciuta a livello nazionale e che sia un punto di riferimento per sostenere a vari livelli ciascun componente della famiglia del Militare. Il sostegno si svilupperà attraverso attività di vario genere, ricreative e non, e servendosi dell'aiuto di consulenti ed esperti di diversi settori, al fine di garantire supporto a 360° alla famiglia e di conseguenza tranquillità e serenità al personale Militare in servizio. In questo modo ciascun Militare svolgerà il proprio impiego con maggiore concentrazione, grazie alla consapevolezza che le persone a lui care non verranno mai lasciate sole e verrà loro garantito l'aiuto adeguato, in ogni momento della loro vita.
Ma quando è nato il 'Supporto' applicato alle famiglie dei Militari? E Perchè?
Per rispondere a queste domande dobbiamo prima partire dalla definizione del verbo 'supportare' che significa letteralmente: avere la capacità di sostenere. Prevenire l'indebolimento, la mancanza. Dare forza. Provvedere alle altrui necessità. Dare aiuto o incoraggiamento ad una persona o una causa.
Queste semplici definizioni, che non dobbiamo mai dare per scontate, sono sufficienti a fare luce su quelle che sono le basi sulle quali si fonda il nostro progetto.
E' quindi facile intuire le motivazioni per le quali il supporto è stato originariamente accostato alle famiglie Militari. Famiglie che devono affrontare quotidianamente problemi anche di grossa portata, come la distanza, la costante preoccupazione per le sorti del proprio caro lontano, famiglie che spesso sono costrette a spostarsi, trasferirsi, per motivi di servizio e che hanno a che fare con continui cambi di scenario ed ambiente (casa, scuola, amici, vita quotidiana), famiglie in cui la parola 'abitudine' è totalmente sconosciuta e che spesso hanno a che fare con la solitudine, la mancanza di punti di riferimento, l'assenza di aiuto da parte delle istituzioni, se non in casi gravi ed eccezionali. Da qui l'insorgere in queste famiglie, di problematiche correlate allo stress , quali depressione, traumi e disturbi psicologici di vario genere, ecc. che vanno poi per ovvi motivi ad influire sul componente Militare della famiglia stessa, minando la sua serenità mentale e la concentrazione necessarie per affrontare il proprio lavoro in modo efficiente e sicuro. Delle problematiche relative a queste 'patologie da stress', parleremo in modo approfondito in un altro momento. Concentriamoci ora sulle origini della famiglia Militare.
Le prime notizie riguardo l'istituzione delle famiglie Militari, considerate come parte integrante della vita del Militare stesso e quindi parte fondamentale del suo benessere e responsabili in modo diretto del suo atteggiamento positivo e della sua concentrazione nel lavoro, risalgono a dopo Seconda Guerra Mondiale, negli Stati Uniti. Fino a quel momento pare che le Forze Armate scoraggiassero i Militari dall'avere un nucleo familiare proprio e stabile, perchè quest'ultimo veniva visto come una distrazione che influenzava in modo negativo l'esito del lavoro e la produttività del Soldato. Fu solo durante la Seconda Guerra Mondiale che le Forze Armate americane iniziarono a comprendere il potenziale ruolo che la famiglia poteva assumere come sistema di supporto per i Soldati al fronte, anche se, nonostante questa consapevolezza, continuarono a mantenere la vecchia linea, scoraggiando i Militari dal costruirsi una propria famiglia. Sembra che questa procedura valesse però solo per i Sottufficiali, i più bassi in grado, dato che ci sono parecchie testimonianze di Militari con tanto di nucleo familiare regolarmente formato, tra gli Ufficiali più alti in grado. Il riconoscimento ufficiale ed istituzionale dell'importanza delle famiglie Militari, senza distinzione di grado e Forza Armata, risale però alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando appunto le basi Militari americane iniziarono ad ospitare, non solo i Soldati, ma anche le loro famiglie. Già durante la Guerra Fredda , entrò in vigore la norma per cui ai Militari trasferiti di base in base, fu permesso di portare con loro le famiglie, alle quali veniva fornita una casa e sussidi/aiuti speciali di vario genere, presso la base di arrivo, tutti regolarmente approvati e concessi dal Governo. Si arrivò velocemente a capire che la famiglia doveva essere preparata a sostenere il peso di una Missione, tanto quanto il Soldato, e capace di adattarsi ai cambiamenti e alle problematiche delle strutture e degli ambienti Militari. Alla famiglia Militare venne presto riconosciuto da parte di tutte le Forze Armate quel fondamentale ruolo di supporto al Soldato e all'intero sistema Militare. Per questi motivi il Governo istituì diversi servizi destinati ad aiutare le famiglie (aiuti finanziari, supporto psicologico, servizi logistici, servizi per l'istruzione dei figli, agevolazioni di vario genere, ecc). Molti di questi servizi non furono solo riservati ai familiari dei Militari, ma anche ai Militari stessi, proprio perchè le famiglie Militari, nella loro interezza, furono da quel momento considerate parte integrante della struttura Militare.
Ai giorni nostri la famiglia Militare è diventata di vitale importanza per le Forze Armate americane, e di altri Paesi europei e non, proprio perchè si è dimostrato che è grazie alle famiglie che negli ultimi 60 anni, i Soldati hanno sviluppato un maggiore senso di dedizione ed attaccamento verso il proprio lavoro, oltre che un maggiore entusiasmo nell'affrontare i compiti da svolgere nel proprio Paese, così come nelle Missioni all'Estero.
Qual'è però la situazione a casa nostra, in Italia?
Complicata. Molto complicata.
Per adesso posso solo dirvi questo, rimandandovi al mio prossimo articolo in cui approfondirò il discorso partendo appunto da noi, dal nostro Paese, viaggiando nel passato ed arrivando fino ai giorni nostri, e chissà che magari ripercorrendo la grande storia della nostra amata Italia, non capiremo insieme dove ci siamo persi e da quando i Militari hanno iniziato ad essere, per il resto dei cittadini, una parte distaccata della popolazione da guardare a distanza ed elogiare solo in alcuni sporadici momenti.
Tenterò anche di approfondire il ruolo che oggi le famiglie Militari giocano in Italia, quel ruolo, altrove ritenuto fondamentale, che ancora adesso a casa nostra, è troppo poco riconosciuto e che spesso e volentieri fatica a trovare il proprio posto non solo all'interno delle istituzioni Militari, ma anche e soprattutto nella società.
Solo partendo dall'ABC, navigando tra storia ed attualità, cercando di fare il punto della situazione, potremo forse riuscire nel nostro intento più importante che è quello del riconoscimento del nostro ruolo come famiglie Militari e quindi parte integrante di quel meccanismo che contribuisce a dare alle Forze Armate personale efficiente, psicologicamente sereno e produttivo.
La serenità dei nostri Soldati dipende da ciascuno di noi, ma chi tutela la nostra serenità, chi ci supporta e chi ci da sostegno?

Siamo qui per provarci. Insieme.




Bibliografia:
'Base to base. A study of military families.' 
Di Brett Trace - Stevenson University


The Military Family – Origins and History beyond our Borders - by Deborah Croci
(Translation by Mrs Karen Brooker Villani)

We have spoken of the objectives of ‘The Other Half of the Uniform’ several times ie. the setting up of a concrete support network for military families, recognized nationally, which will provide support at all levels for each member of the military family. This support will take various forms, both recreational and non-recreational, and will make use of consultants and experts so that the family has all-round support at all times. Thus the military themselves are able to carry out their duties without the extra worry and concern for their families which might otherwise disrupt their concentration and commitment to their job.
So when did ‘support’ for Military families begin, and why?
To answer this question we have to first define the meaning of the word ‘support’. Literally it means “ being able to hold up, preventing weakening and failing, giving strength, providing for others’ needs, giving help and encouragement to a person or cause”.
These simple definitions are enough to help us understand the basis on which our project is founded. It is therefore easy to work out why support was originally afforded to Military families. These are families that have to face the difficult issues of distance, worry about their loved ones every day plus moving or being moved around to different places which means having to deal with a different environment – school, house, friends, everyday life – In these families the word ‘habitual’ is rare or non-existent and often means loneliness, lack of focus and the absence of any help from public institutions except when serious and tragic events arise. Naturally, such families are prone to suffer from stress-related problems such as depression and psychological traumas and disorders. For obvious reasons, these will then take their toll on the military member of the family, threatening his or her mental well-being and the concentration they need to do their job efficiently and safely. We will talk about stress-related pathologies in more detail at another time but for now we will concentrate on the origins of the Military family.
The first mention of Military families as being an integral part of military life and basic to the well-being of the military was in the USA at the end of the Second World War. Until that time it would seem that the Armed Forces were discouraged from having any kind of family nucleus as this was considered a distraction which negatively influenced their work and productivity. It was only during the Second World War that Military authorities began to recognize the potential role that the family might play as a support to soldiers on active duty. In spite of this realization, however, they continued to maintain the old idea and discouraged the Military from having a family. It would appear that this was only true for low-ranking military as there is plenty of evidence that higher-ranking officers did have families. It was at the end of the Second World War that military families began to be recognized officially at all levels and the American military bases were opened up, not only to the soldiers themselves, but also to their families. During the Cold War, a law was passed that allowed military moving from base to base to be accompanied by their families who were given a house, benefits and assistance of various kinds once they arrived at the new base. Soon it was understood that the family would have to bear the weight of any deployment – as much as the soldier himself – and would have to adapt to the changes and difficulties wrought by Military set ups and environments. The Military family was soon recognized by all the Armed Forces as having a fundamental supporting role both to the soldier and to the whole Military system. For this reason the Government set up various services to help the families, ( financial help/aid, psychological support, logistic services, schools for the children and other benefits). Many of the services were reserved for military family members as well as the military themselves as the military families were wholly integrated into the military structure.
Nowadays the Military family is considered vitally important for the American Armed Forces and also for other European and non- European countries. This is due to the fact that in the last 60 years the Military have developed a greater sense of dedication and connection to their jobs and greater enthusiasm in facing their duties, not only in their own country but also when deployed abroad.
So what is the situation here in Italy?
Complicated, very complicated.
I will continue this subject in another article which will take us back to the past and return to the present, going through all the history of our beloved Italy and we just might understand where we got lost and where, for most of the population, the Military started being a people cut off from the rest of the population, a people looked at from afar and only praised now and then.
I will also try to go into the role that Military families play in Italy today, that role which is considered so fundamental elsewhere but which, here in Italy, is hardly recognized and finds it difficult to play a part in the military institutions, let alone in the society outside.
We have to go back to the beginning and go through history to make sense of our intention which is to get the role of military families recognized in Italy and to be accepted as an integral part of our Armed Forces, helping to make them more efficient, productive and giving them the peace of mind they need.
The serenity of our soldiers depends on each one of us but who looks after ours? Who gives US help and support?
We’re here to try. Together.

Bibliography: ‘Base to Base. A Study of Military Families’
Brett Trace Stevenson University

3 commenti:

  1. un suggerimento pensate alle famiglie con figli io come altre abbiamo il problema di essere lontane dai parenti con figli piccoli che se sono malati stanno a casa e non possiamo lavorare .
    una famiglia con 1200 fatica moltissimo 2 stipendi ci vogliono ci vorrebbe una rete di supporto per le famiglie con queste grosse difficoltà almeno nelle città militari come taranto milano roma ... ci sono ospedali militari che potrebbero aprire una nursery per accudire i figli dei militari .
    per favore sarebbe utilissimo e non come sempre prima i figli degli ufficiali ..gli ufficiali guadagnano bene possono permettersi asilo e tate chi prende dai 900 ai 1200 fatica per tutto

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  2. Carissima, grazie per il prezioso suggerimento. In effetti in questi giorni stiamo proprio lavorando su questo. Per ora nella nostra zona, ma una volta ottenute tutte le carte in regola (cosa per la quale ci vorrà ancora un pò di attesa) lavoreremo anche sul resto del territorio. Stiamo cercando di creare una rete di educatrici/baby sitters che si mettano a disposizione a prezzo notevolmente ridotti per le famiglie dei militari. A queste educatrici verrà fatto seguire OBBLIGATORIAMENTE un corso gratuito di pronto intervento pediatrico grazie all'appoggio della Croce Rossa, in modo che siano pronte ad intervenire in caso di necessità, nell'attesa dei soccorsi. Questo per far si che i genitori anche soli, possano essere tranquilli e sereni di lasciare i loro figli in buone mani, a cifre modiche, ma con sicurezza GARANTITA. Verrà redatta a lungo termine una lista delle baby-sitters ed educatrici disponibili sul territorio che si metteranno appunto a nostra disposizione. Oltre al servizio a domicilio, cercheremo di creare appunto delle ludoteche all'interno di locali predisposti per questo scopo in modo che ci possa sempre essere un punto di riferimento per i genitori che hanno bisogno di lasciare i figli per parecchie ore, sempre a cifre notevolmente basse. Un pò di pazienza ci vorrà ancora...ma come vedi, ci stiamo lavorando. Considera anche che per l'Italia è una cosa totalmente nuova e quindi a livello burocratico e di autorizzazioni...l'attesa c'è. A piccoli passi ci arriveremo! Continua a seguirci e a darci suggerimenti. Grazie ancora! - Deb

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  3. grazie a voi per l'ottimo lavoro e le belle idee .
    conoscendo le tempistiche so che ci sarà da spettare per le ludoteche e altro .
    io sono originaria di milano e li era pieno di ludoteche che spesso tengono i bambini fuori dall orario dell asilo non so se avete pensato a delle convenzioni.
    mi sono trasferita in una città più piccola per seguire mio marito e come tante col figlio piccolo non riesco a lavorare credo che ci siano molte altre mamme e mogli come me non potremmo cominciare noi a ad aiutarci a vicenda chi abita vicino potrebbe aiutare le mamme che lavorano curando gratuitamente i loro figli .
    uno o due non fa molta differenza i piccoli si fanno compagnia e ci si aiuta fra di noi

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